Come quasi tutti gli operatori del settore sanno, il variegato mondo dei salumi necessariamente dipende dalla disponibilità della materia prima principe.
Mi riferisco ovviamente alla carne di suino e, avrete notato, che ho utilizzato la definizione “principe”.
Ora, senza sforzarci di immaginare il nobile animale sormontato da un’araldica corona, cerchiamo di considerare il termine per quello che originariamente era il suo significato.
Primo tra pari, che prende il primo posto.
È questo che significa questa arcaica parola.
Fatto è che di razze suine, tra ibride, autoctone, di importazione e persino geneticamente modificate attraverso incroci, di razze suine nel mondo, ce ne sono così tante che a volte riuscire a identificare quella giusta per candidare le sue carni a diventare un eccellente salume be’, si fa davvero fatica; come fare quindi?
Come evitare di trovarci tra le mani una materia prima non all’altezza delle aspettative?
Ancora una volta è la comunicazione la chiave, se non di tutto, di una considerevole parte del dilemma. Spesso subiamo la comunicazione e di rimando la facciamo subire.
Dovremmo decidere una volta e per tutte se vogliamo fare salumi di qualità o invece vendere la proverbiale pietra filosofale. Dimostrare con i fatti di avere una produzione d’eccellenza oppure abbagliare il mercato con nomi altisonanti.
Poniamoci un semplice e banale quesito:
Qual è il salume più conosciuto, più buono e apprezzato al mondo?
Non sarò certo io a rispondervi, ci arriva chiunque. Ora, ancora una domanda:
Vi siete mai chiesti se i produttori di quel salume così tanto apprezzato in tutto il mondo sono degli emeriti babbei?
Neanche in questo caso suggerirò la risposta.
Prima di ogni cosa si dovrebbe evitare di basare la qualità dei salumi su nomi accattivanti come “suino nero di vattelapesca” e spesso i primi a farsi ingannare sono proprio i produttori. Se poi aggiungiamo la perenne mendace affermazione “da allevamenti locali allo stato brado”, la candidatura a barzellettiere dell’anno non ce la nega nessuno.
L’effettiva qualità delle carni e la loro idoneità alla trasformazione deve essere l’unico metro di confronto per prediligere una razza suina a discapito di altre.
Principe significa “primo tra pari”.
Quello che conta nella comunicazione è il modo come si racconta la storia, ma attenzione, dobbiamo basare la stessa su fatti concreti. Sono i fatti che confermeranno la storia.
Ognuno di noi renda unico il suo prodotto partendo dal basso, dalla semplice, banale e spesso dimenticata qualità e impari a raccontarlo, è necessario imparare anche questo anzi, nel mondo attuale è addirittura fondamentale.
Nell’articolo che avrò cura di farvi leggere prossimamente, cercherò di fare il punto sulle razze suine più idonee alla produzione di salumi di pregio.
Vi anticipo che probabilmente non saranno menzionati i blasoni improvvisamente tornati di moda; il mio unico obbiettivo?
La qualità del prodotto finito.
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