Che ne dite di fare un salto indietro nel tempo, diciamo ai banchi di scuola.
Non temete, non sto per srotolare una filippica sul pietoso stato culturale in cui versa il nostro amato Paese, dovrei, in questo caso, dispormi davvero comodo e mettere in conto almeno 5000 parole da scrivere a essere sintetici; con la non da poco aggravante che il mio amico Pino mi intimerebbe di compendiare ulteriormente, cosa che già fa puntualmente.
Niente di tutto questo insomma. Molto più poeticamente pensiamo per un istante ai nostri giorni scolastici; questo era il periodo in cui la maestra ci affidava il più classico dei temi da svolgere. Abitualmente la traccia era pressappoco questa: “descrivete le vostre impressioni sull’anno che sta finendo e i vostri propositi per il nuovo anno”.
Chi non si è mai dovuto cimentare con uno svolgimento di questo genere. Di fatto era il compito più atteso e amato; un argomento così vasto che dava la possibilità di scrivere temi chilometrici, con il quasi draconiano obbiettivo di recuperare il terreno perso nei mesi precedenti, offrendo all’insegnante una performance superba.
La domanda è: perché non farlo anche adesso, perché non compiacere noi stessi semplicemente scrivendo.
Quali sono stati gli obbiettivi raggiunti nell’anno che si avvia a conclusione? Sulla base delle recenti esperienze, possiamo programmare i traguardi per l’anno a venire e, se si, come?
Come.
Certo, se a metro di giudizio si considerano i risultati dell’altr’anno, il gioco vien’ facile. Nell’Annus horribilis per antonomasia c’era ben poco da fare bilanci però.
Però forse l’incresciosa situazione che ci ha travolti tutti, ci ha offerto la possibilità di riflettere sul come.
Come riguadagnare il terreno perduto. Come valorizzare il nostro operato. Come rafforzare la fiducia dei nostri clienti.
Come.
Noi si fa salumi, mica bruscolini. Siamo un segmento importante della cultura enogastronomica italiana. Spesso però pecchiamo di umana presunzione che in taluni casi sfocia in delirio di onnipotenza. Non basta fare, bisogna saper fare e se questo comporta l’affidarsi a competenze esterne che sanno far’ fare, il risultato probabilmente sarà il fare bene.
Nell’epoca che nostro malgrado viviamo, alcuni fattori, un tempo scissi, sono diventati imprescindibili. Pensate per un istante, ma solo per un istante, altrimenti scatenate quel delirio di cui sopra; pensate di essere i migliori in assoluto e al tempo stesso di non avere una altrettanto eccellente capacità comunicativa.
Non penso sia utile dettagliare io il colore del bilancio di fine anno, inequivocabilmente penzolerebbe verso la zona rossa.
Anche per questo ho deciso in accordo e collaborazione con docenti qualificati, di ampliare l’offerta dei corsi di formazione che ormai da dieci anni organizzo per tutti coloro che vogliono approfittare; chi per avvicinarsi e chi per perfezionare quella che, senza tema di smentita è una pregevole arte.
Ancora una volta, come?
A giorni fisseremo il calendario del Fare, saper fare, saper far’ fare, fare bene.
Questo è il nome scelto per tutti gli eventi. I corsi si arricchiscono della docenza di Pino Marangi, un professionista della comunicazione, della partecipazione attiva di Aldo Miraglia, noto e insostituibile esperto senza il quale nemmeno io saprei bene cosa fare; nonché di una sessione singola in privato con me per ciascuno dei partecipanti.
Io l’ho fatto, ho scritto il mio bilancio per l’anno che volge al termine e ho programmato il futuro della mia attività.
Migliorare e migliorarsi non è solo un verbo con il suo infinito sostantivato ma un dovere da non dimenticare mai.
Concludo quest’ultimo articolo per il 2021 augurando a voi tutti un nuovo anno ricco di salute, pace e infinite soddisfazioni.
Arrivederci al prossimo anno.
Cesare Martini.