Ma è tutto qui? Sentite questa, è da chiodi.
Dal menu di un “ristorante”; (scritto tra virgolette e in corsivo per evidenziarne il tono sarcastico).
Specialità del giorno:
“Straccetti di Broiler con riduzione di primitivo su millefoglie di Cynara, chips di bacon al tartufo nero ed erba cipollina”.
Tradotto: insalata di comunissimi pezzi di comunissimo pollo da supermercato (Broiler) cotti nel vino, con carciofi (Cynara), pancetta, uno spreco di tartufo nero ed erba cipollina che completa l’accozzaglia. Quantomeno la pasta alla puttanesca aveva un senso.
Siamo riusciti in un colpo solo a demolire la nobile e centenaria arte culinaria italiana e a rimbecillire un consumatore che nel frattempo si sarà convinto di aver gustato un piatto gourmet.
Per capirci, è grossomodo come guardare con gli amici un film comico in lingua pashtu e sbellicarsi dalle risate per le battute esilaranti degli interpreti, senza sapere in quale parte del mappamondo abbiano disegnato la Pashtunia.
L’alimentazione è un’arte e per di più necessaria, stravolgere e volgarizzare il lavoro di tanti seri professionisti è quasi un crimine. Tutti coloro che operano nell’infinito segmento alimentare, hanno prima di ogni cosa il dovere di esercitare una funzione docente, volta a promuovere lo sviluppo culturale del consumatore che, cerchiamo di ricordarlo, è indiscutibilmente l’azionista di maggioranza di tutti noi operatori.
Vedete, quel consumatore presto o tardi si desta, comprende di essere stato menato per il naso e sposta le sue azioni in altre direzioni con il risultato che, in breve tempo cancella, giustamente, la nostra attività dalla topografia cittadina.
Signori, noi si fa salumi e, tutto ciò che dobbiamo fare, è farli bene, solo questo.
Di Martina Franca o della valle del “vattelapesca” poco importa; comportiamoci da seri professionisti, evitiamo di raccontare favole per gli allocchi sugli allevamenti locali allo stato brado di pregiatissime razze suine, o quantomeno accertiamoci che le stesse esistano ancora.
Palatabilità oltre a definire la proprietà di un alimento ad adattarsi a una vasta platea di palati per gradevolezza di gusto, oltre il suo primario significato, potrebbe asserire anche una schietta descrizione del prodotto e una facile comprensione dello stesso per il consumatore.
D’accordo, è un tantino stiracchiata ma consentitemelo, io d’altronde non è che mi rotolo per terra dal ridere quando leggo su di un menu “Sushi di carne”, evito solo di essere armato quando mi capita.
Dimenticavo, per amor’ divino, il primitivo di Manduria dolce è da fine pasto, con il dessert. Con una santa bistecca è sacrilego, oltre che idiota.