Provate a pensare per un istante a come sarebbe oggi il mondo che conosciamo se circa 5000 anni fa, almeno secondo gli studiosi, i Sumeri non avessero inventato o quantomeno introdotto la ruota. E che dire della parola scritta, anch’essa attribuita ai Sumeri, o almeno alla loro influenza sul popolo egizio.
Ponderate, senza la scrittura ora io non sarei qui a scrivere e tantomeno voi sareste qui a leggere; cosa che, considerate le lungaggini delle mie elucubrazioni, a ben pensarci, infondo tanto male non farebbe.
Tranquillizzatevi, affliggevi con 5 millenni e più di storia delle conquiste umane non è esattamente il mio intento; ho invece come obbiettivo quello di indurvi a ragionare su un fattore tanto semplice quanto essenziale, ossia la differenza che può fare la componente curiosità.
Curiosità vuol dire porsi e porre delle domande, vuol dire cercare le risposte a quei quesiti. Curiosità è insonnia, è impiegare risorse, spendere tempo, è qualcosa che sta nel mezzo tra la fantasia e la caparbietà. La curiosità è quella cosa che ti fa immaginare un obbiettivo e ti fa perdere il sonno per raggiungerlo.
Quello che ho notato tra i partecipanti da che si è ripreso a impartire corsi di preparazione, quello che mi ha stupito e al tempo stesso rinfrancato è la crescente voglia di curiosità tra gli iscritti. Si, proprio voglia di curiosità o nostalgia della scoperta se volete, a volte in modo addirittura anacronistico se mi si passa il termine, considerato che non si tratta sempre di giovani alle prime armi, ma più spesso di affermati professionisti della carne che da decenni operano nel vasto ambito.
Ultimamente, più volte è emersa una domanda, specialmente durante i colloqui in privato che riservo separatamente a ciascun’ corsista; un quesito che mi ha colto di sorpresa. Avrebbe potuto essere un caso certo, se si fosse verificato singolarmente; il fatto è che la medesima domanda mi è stata posta da almeno 10 se non più persone, non in gruppo durante le sessioni in aula, ma bensì separatamente durante la sessione in videochiamata.
C’è curiosità nell’aria. Questo per chi fa salumi è un fattore vitale e noi, be’, noi.
Noi si fa salumi.
Vi starete chiedendo di quale interrogativo si tratti. Nessun umbratile signori.
La domanda apparentemente semplice che mi è stata posta da tanti è la seguente:
“è possibile diminuire il quantitativo di sale nei salumi? E, se si, di quanto?”
La mia risposta?
“non solo è possibile, ma stiamo sviluppando un processo di produzione che potrebbe farci abbassare il sale fino al 50%”
La curiosità è sempre l’inizio di qualcosa di grande.
Torniamo ai Sumeri. Sono certo che tanti avranno immediatamente associato un mondo senza ruota a un mondo senza automobile, ma pensate sia tutto?
Senza la ruota non ci sarebbe il cerchio e senza la parola scritta oggi non avremmo la O e, un grande artista come Giotto non avrebbe mai compiuto la “O” perfetta e forse il mondo non lo avrebbe mai conosciuto.
È un po’ come la storia del nonno che studiava “la logica”, ma quella evito di raccontarvela, credetemi sulla parola è molto meglio.
La curiosità è sempre un buon inizio.